Villaverde e Prato Fiorito, polifunzionali fantasmi
I centri polifunzionali di Villaverde e Prato Fiorito sono stati ultimati da anni, ma l’amministrazione non se ne fa carico e non li apre

L’amministrazione nelle periferie è sempre più discontinua e spesso, soprattutto in periferia, accade che gli edifici polifunzionali completati e pronti all’uso da anni, restino totalmente abbandonati a causa della noncuranza di chi di dovere. Nel nostro Municipio, emblematici sono il caso di Prato Fiorito e Villaverde.
“Nella Roma del 2020 accade anche che due strutture polifunzionali finite e pronte da anni, a Prato Fiorito e a Villaverde, non vengano prese in carico dal Comune di Roma” comunica in una nota Dario Nanni, consigliere del Gruppo Misto al Municipio VI e presidente dell’associazione ER (Energie Romane) – Ho fatto personalmente dei sopralluoghi nelle due strutture e dispiace vederle chiuse e inutilizzate e con i caratteristici segni del degrado dovuto alla mancata gestione da parte delle istituzioni”.
Il polifunzionale di via Lascari, a Prato Fiorito, è stato ultimato quattro anni fa. Nel luglio scorso si è dovuto persino procedere a un adeguamento antincendio, non previsto nel progetto iniziale. Il centro è un bellissimo spazio aggregativo vuoto, in un quartiere vuoto di spazi aggregativi. È un paradosso di terribile attualità. In via Gagliano del Capo, a Villaverde, l’altro polifunzionale terminato e mai aperto. È almeno dal 2018 che attende l’apertura, ma l’amministrazione anche in questo caso non se ne fa carico.
“Nei giorni scorsi – prosegue Nanni – ho anche scritto al dipartimento per sollecitare la presa in carico delle due strutture che sarebbero molto utili dal punto di vista sociale in quei territori, soprattutto per i giovani e per le persone anziane. Non vorrei che dopo 5 anni di disinteresse e immobilità nei confronti di queste due strutture, dietro a questa vicenda ci sia l’ennesima presa in giro dell’attuale amministrazione a 5 Stelle, che aspetta di arrivare a ridosso delle elezioni per tagliare il nastro e autocelebrarsi”.
Erika Nicole De Bonis